Conoscete i giardini zen? Sono detti anche ‘giardini alla giapponese’ e si trovano in alcuni tra i più bei parchi italiani, ma negli ultimi anni stanno prendendo vita anche nei giardini dei privati.
Decidere di avere un guardino zen significa abbracciare una filosofia di vita, di una vita dedita alla meditazione e al riposo, all’armonia e al silenzio, una vita dove il corpo sembra staccarsi dall’anima per dare spazio al più alto dei pensieri.
Ma quali sono i particolari che fanno di un giardino un vero giardino zen? Innanzitutto la pietra naturale protagonista della maggior parte dei giardini. Talvolta viene lasciate grezza, apparentemente abbandonata in un angolo recondito (si scopre poi in una posizione magistralmente studiata) altre volte lavorata con maestria, trasformata in piccole lanterne o in vasche d’acqua o ancora in ponti dalle linee sinuose.
In un vero giardino zen non può mancare la sabbia: rigorosamente chiara rappresenta la tranquillità e la vastità dell’Oceano. La sabbia va rastrellata in una unica direzione, andando sempre in avanti e girando intorno alle rocce-isole (che rappresentano le zone di meditazione) per creare linee sinuose. Uno degli aspetti più importanti del rastrellamento è la continuità: il rastrello non deve mai staccarsi dalla sabbia, ma creare un movimento continuo.
L’abbinamento della sabbia bianca con le pietre naturali da vita a un gioco di colori armonico e unico nel suo genere. Ricordiamo che le pietre naturali rappresentano sì le zone di meditazione, ma anche la salute e la longevità intesa come immortalità.
E le pietre lavorate trasformate in fontane e lanterne che ruolo hanno? Importantissimo e sempre positivo. Le fontane devono essere sistemate in zone ben definite, solitamente negli angoli esposti a nord o a sud-est,devono essere a altezza d’uomo e ben visibili da qualsiasi angolo del giardino stesso. In questa posizione secondo la cultura giapponese, portano fortuna economica. Le lanterne hanno un ruolo altrettanto importante e sono memori dall’antica tradizione giapponese di accendere una lanterna durante la cerimonia del te. Vengono posizionate in luoghi dove sono poco visibili e accese per simboleggiare un punto di arrivo inusuale, come la meta di un percorso spirituale che guida all’origine dell’essere e del pensiero.